L’AVVERSARIO
Da mercoledì 18 ottobre 2023
Per quattro mercoledì di seguito, dal 18 ottobre all’8 novembre compresi, ci troviamo presso la biblioteca di Seriate per vedere quattro film. Proiezione alle ore 21 e a seguire dibattito (e ogni tanto qualche dolciume).
[L’ultima proiezione della rassegna è stata scelta e promossa dalle Terre del Vescovado in occasione dell’iniziativa “Working Class Hero”].
Ogni rassegna che organizziamo prende il titolo da un film che non verrà proiettato. L’idea è quella di suggerire, tramite il titolo di un film, il tema che lega tra di loro i quattro film scelti.
Questa rassegna si occupa degli impostori. L’avversario è un film tratto dal libro omonimo di Carrère, la storia vera di un uomo che finge per anni di essere un medico.
L’identità di una persona dipende dal lavoro che fa? I gesti che compie, la postura, le parole che utilizza: tutto ciò concorre e determina i singoli compiti che comportano la mansione che svolge, e viceversa: man mano che lavora incorpora il suo mestiere. Il lavoro trasforma, scandisce le ore del giorno, i mezzi di trasporto (quindi la percezione di tempo e spazio), le relazioni familiari, il riconoscimento sociale.
Spesso si tende a sovrapporre il “carattere” di un individuo con il suo lavoro. L’abito fa il monaco. E ciò vale anche e soprattutto quando chi indossa l’abito monaco non è. Fingere di essere qualcun altro passa anche dal fingere di saper fare un altro mestiere. Poiché normalmente si finge per mutare la propria condizione sociale verso l’alto, anche i mestieri che vengono scelti sono socialmente considerati stimabili e ben remunerati. Chi vorrebbe fingere di essere povero e di fare un mestiere umile?
I film raccontano spesso di finzioni, truffe e bugie. Quando si occupa di lavoro, la finzione può riguardare persone che si ritrovano per un equivoco a svolgere un mestiere che non sanno fare (scambio di identità, molto frequente nelle commedie), o a essere costrette a fingere (mutando anche genere per ottenere un maggior riconoscimento).
Questa rassegna vuole occuparsi di chi sceglie volontariamente di spacciarsi per qualcun altro. Ci sono mestieri per i quali il lavoro diventa questione identitaria? Cosa comporta la scelta di essere qualcun altro? Quali sono gli aspetti del quotidiano che si riescono a imitare con abilità e quali tradiscono l’inganno?